TERAMO – La Tercas secondo il Governatore Gianni Chiodi è salva. Lo ha sostenuto rispondendo ai giornalisti sul futuro dell’Istituto bancario nel corso di una conferenza stampa di presentazione di un piano della Regione da 20 milioni di euro di aiuti a disoccupati e imprese: «Oggi – ha spiegato Chiodi – posso dire che la Tercas è salva grazie all’intervento delle Fondazioni, del fondo interbancario e del partner industriale Banca Popolare di Bari. Da parte di quest’ultima – ha precisato il Governatore – nessun blitz. I problemi che attengono alla governance sono importanti ma secondari rispetto a una dissennata amministrazione che ha portato a una liquidazione coatta amministrativa. Due giorni fa – ha proseguito Chiodi – la Tercas era in pericolo, oggi da quel provvedimento è salva». Secondo il presidente della Regione, adesso bisognerà soltanto seguire come Bankitalia declinerà questa soluzione. In mattina è stato il sindaco Maurizio Brucchi a sottolineare la necessità che ia storia della Tercas vega difesa nel nuovo assetto. Le voci dell’interessamento della Banca Popolare di Bari avevano e hanno allarmato non poco chi vede nell’operazione il rischio, come già accaduto nell’ipotesi Creval, che l’asset futuro sminuisca il valore tradizionale della territorialità della Tercas: Brucchi, nel tentativo di stimolare un ruolo più attivo e ‘interessato’ della Fondazioni, ha parlato anche di “ferita all’orgoglio teramano“ in caso di svilimento del marchio Tercas. Il primo cittadino spera «che il ruolo della Fondazione all’interno del nuovo assetto non venga meno perchè è l’unica che può difendere e garantire la rappresentanza del territorio». Come ad esempio l’auspicio che la Tercas «possa conservare il suo marchio, perchè anche questo riveste la sua importanza. Certamente mi pongo degli interrogativi e mi auguro che l’orientamento di Banca d’Italia di eliminare il ruolo delle Fondazioni valga anche per gli altri istituti commissariati e mi riferisco a Banca Marche, Carige e Monte dei Paschi di Siena. Se così non fosse – ha concluso il primo cittadino a margine del consiglio comunale di oggi – saremmo di fronte a una linea che differenzia figli e figliastri». Stando all’annuncio di Chiodi, dunque, Popolare di Bari fungerebbe da partner industriale al pari di quanto avrebbe dovuto fare Credito Valtellinese, con la partecipazione attiva nella ricapitalizzazione anche delle Fondazioni abruzzesi.
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